QUESTONUMERO
 
Il Tema

5 Gaspare Polizzi, Primo: non distruggere

La vertiginosa svolta epocale che dagli anni Settanta del secolo scorso sta radicalmente cambiando i rapporti umani, immutati fin dal neolitico, negli ambiti del sacro, della violenza, e della relazione con la Terra, impone un ripensamento delle politiche e delle pratiche «a-cosmiche» che caratterizzano gli attuali comportamenti, per virare verso un «nuovo umanesimo planetario» che scongiuri il rischio di una possibile autodistruzione e rimetta la Terra e il Tempo al centro di un nuovo «contratto naturale».

Culture e religioni

9 Lodovico Grassi, La Confessio augustana e il ruolo di Lutero e Melantone

La lettura critica dell’introduzione di Paolo Ricca alla Confessione augustana di Melantone ci immerge nel mondo dei primi anni della Riforma e ci affaccia alle discussioni teologiche e alle prese di posizione politiche dei suoi protagonisti. Nella Dieta di Augusta del 1530 si consuma l’estremo tentativo di conciliazione fra protestantesimo e Chiesa di Roma. Bisognerà aspettare il Concilio Vaticano II, quasi 500 anni più tardi, perché papa Paolo VI riconosca le responsabilità della Chiesa cattolica nell’imporsi di quella separazione.

18 Franco di Giorgi, Il «caso Giobbe»: una rilettura per gli anni duemila

L’attenta e dettagliata analisi del «caso Giobbe» prende le mosse dal libro di Marco Revelli La politica perduta per affrontare, attraverso il contributo della filosofia e della letteratura, nodi fondamentali dell’agire umano. La virtù di Giobbe, che lo porta a sentirsi ingiustamente punito, rientra nell’ambito del moralmente corretto, ma non fa compiere il passo successivo e fondamentale, proprio dell’«uomo planetario»: quello di divenire eticamente consapevole.

34 Andrea Bigalli, Carlo Maria Martini: la Parola e l’ascolto

La consapevolezza che sta per concludersi il percorso di una vita esemplare non diminuisce la tristezza per la perdita di un maestro e di una guida, quando ciò avviene. Il cardinale Carlo Maria Martini, uno dei più significativi testimoni del Concilio Vaticano II, capace di esaltarne il valore storico e di intuirne le prospettive di evoluzione, è stato maestro e guida per credenti e non credenti con la sua linea pastorale e culturale di apertura, di mediazione, di solidarietà con l’Altro, non sempre compresa dall’istituzione ecclesiastica.

40 Serena Noceti, Carlo Maria Martini: una Chiesa in cammino nella città

Camminando dal Castello Sforzesco al Duomo di Milano con in mano il Vangelo, il card. Martini fa il suo ingresso nella diocesi ambrosiana inaugurando così, simbolicamente, lo stile che seguirà nel suo ventennale episcopato: essere pastore di una Chiesa aperta a tutti e che a tutti porta il dono della Parola. Uno stile e un linguaggio innovativi evidenziati nelle lettere pastorali, scritte per la Chiesa locale, ma capaci di annunciare globalmente la fede cristiana in un modo unico e significativo e di saper parlare, congiuntamente, a credenti e non-credenti.

Polis
46 Franco Quercioli, Buona notte, Giampaolo

Un ricordo affettuoso dell’amico Giampaolo Taurini, recentemente scomparso. Il ritratto di un uomo che, dal radicamento nella Comunità dell’Isolotto al lavoro nella redazione di «Testimonianze», sentiva fortemente l’esigenza di trasformare i percorsi di vita in riflessioni culturali di ampio respiro e di raccogliere l’insegnamento di maestri quali don Mazzi e padre Balducci per contribuire a promuovere esperienze di carattere innovativo, nel solco di una passione civile che si è dimostrata inestinguibile fin negli ultimi anni di vita.

50 Mauro Sbordoni, L’inquieta domanda di Gianpaolo

Curioso, attento, partecipe, profondamente radicato umanamente e affettivamente nel quartiere dell’Isolotto, come ambito «culturale» e civile oltreché religioso, e al tempo stesso capace di guardare altrove, di unire sensibilità sociale e passione politica: così emerge il ricordo di Giampaolo Taurini, che è stato redattore di «Testimonianze» oltre che membro della Comunità animata da Don Mazzi.

 
Uomo Planetario

54 Correva l’anno 1992

(Sezione monotematica a cura di Severino Saccardi e Simone Siliani)

La rivisitazione dell’anno 1992, a venti anni di distanza, anima la riflessione a più voci di questa sezione monotematica e ripercorre un passaggio cruciale non solo per le vicende interne del nostro Paese (con Tangentopoli e con l’uccisione di Falcone e Borsellino come avvenimenti di maggiore drammaticità), ma anche per l’Europa, al cui interno – in un contesto emblematico e particolare come quello della Jugoslavia di allora – precipitavano tragicamente gli incerti equilibri del dopo Yalta e si avviava una lunga stagione di violenza.

55 Severino Saccardi, Molto più di un Amarcord

61 Salvatore Calleri, Quel cruciale 1992

63 Marco Mayer, Come nel mondo di Alice

69 Rodolfo Ragionieri, Il nazionalismo è una tigre di carta?

74 Claudio Gherardini, Una memoria rimossa

80 Andrea Dabizzi, Ma cos’è accaduto a Ognjen?

85 Wlodek Goldkorn, Come Madrid 1936?

88 Lisa Clark (Intervista a cura di Daniele Pasquini), Una guerra finita, una pace mai iniziata

91 Simone Siliani, Lo specchio della nostra impotenza
99 Piera Moscato, Nema problema? Di ritorno a Mostar 20 anni dopo
101 Melita Richter, Con gli occhi di una bambina

107 Sandro Damiani, Quel soccorso ai bambini della Slavonia

112 Mauro Sbordoni, «Mani pulite» o del ricordo di una rivoluzione incompiuta
118 Andrea Bigalli, Quelle foto di Falcone e Borsellino

124 Riccardo Monni, Tangentopoli di ieri e di oggi

130 Stefano Zani, Montezuma in Europa, metafora di un «cinquecentenario» rovesciato
 
Società civile

137 Nicola Maranesi, La «città dei Diari» e l’amore per le storie della vita

L’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano si racconta facendo il punto sulla sua storia, sul Premio e sulle attività istituzionali della Fondazione, per poi gettare uno sguardo sui molti e impegnativi progetti per il futuro. Saverio Tutino, l’indimenticato giornalista e scrittore che ne fu il padre fondatore e lo animò fino alla sua scomparsa, ebbe la grande intuizione di raccogliere le tracce delle produzioni scritte che tanti «senza voce» mettevano su carta spinti dal bisogno di parlare di sé. Il risultato è la raccolta di un patrimonio di diari, memorie ed epistolari che contribuisce ad arricchire il disegno medesimo della «grande storia».

 
Multimedia

143 Lodovico Grassi, Per una «giusta lettura» del Concilio Vaticano II

Qual è la ricezione del Vaticano II a cinquant’anni dal suo inizio? Il numero speciale di «ADISTA» (Concilio-antiConcilio), mette a disposizione importanti riflessioni per una lettura attuale dell’evento e dei testi conciliari, attraverso il contributo di una pluralità di autorevoli voci.

148 Carlo Prezzolini, Un prete e un laico a confronto sulla Chiesa in Italia

Una «amnesia» nei confronti delle grandi aperture operate dal Concilio Vaticano II sembra affliggere la Chiesa degli ultimi decenni in Italia. Una Chiesa che, dando sempre meno importanza al laicato e operando un accentramento piramidale, si è progressivamente distaccata dalla società. InManca il respiro. Un prete e un laico riflettono sulla Chiesa italianai due autori propongono di ritornare allo spirito del Concilio, valorizzando il «popolo di Dio» attraverso il trinomio comunione-collaborazione-corresponsabilità e applicando alla Chiesa «la categoria della sinodalità».

151 Roberto Mosi, Bertgang: un sogno ad occhi aperti

Bertang, la recente opera di Luigi Fontanella rimanda, come il resto della sua produzione poetica, alla duplicità moderno/classico: un «moderno» legato a New York e un «classico» ancorato alle tradizioni mediterranee e al mito, in una fusione originale di riferimenti alle radici e di prospettive di avanguardia. Versi che danno voce ad un nomadismo che riflette anche la vita dell’autore.

154 Paolo Calabrò, Il «Dio perverso», figura della guerra

Il riferimento al «Dio perverso», categoria del filosofo Maurice Bellet, consiste nello stravolgimento della relazione del cristiano con la legge e nella trasformazione dell’adesione all’insegnamento di Cristo in obbedienza acritica, che permette di considerare come attuazione della legge divina tutte le aberrazioni che la guerra «impone». Come viene crudamente documentato in Dio in guerra, drammatico diario di Giosuè Borsi dalle trincee della Prima guerra mondiale.

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