N. 454-453
La democrazia del nostro tempo
Marcello Flores, Le Olimpiadi (in Cina) e i diritti umani – Le Olimpiadi di Pechino non saranno solo un banco di prova per la Cina in tema dei diritti umani; saranno anche un test fondamentale per capire come il movimento per i diritti umani sarà capace di misurarsi con i problemi del futuro. Chiesa e nuove conoscenze nel mondo contemporaneo, a cura di Alessandro Checcucci.
Alessandro Checcucci, Se la Chiesa non ascolta il mondo – Esiste una frattura tra Chiesa e mondo della conoscenza che rende difficile il dialogo tra Chiesa e società: la gerarchia cattolica dovrebbe quindi aggiornare la propria cultura e fare anche un bagno d’umiltà nei suoi rapporti con la società civile, in primo luogo rivitalizzando la collegialità nelle scelte e riscoprendo il valore del “popolo di Dio”. Renzo Fanfani, Prete “di confine” Di fronte ai comportamenti morali una risposta “aperta”, di comprensione e di liberazione e non di condanna, da parte di un prete che ha vissuto esperienze intense e vive in ambienti popolari
Armido Rizzi, Tra profezia e anacronismo: il ritorno della “legge naturale” – Di fronte ad un dibattito superficiale pro o contro il riferimento alla “legge naturale”, bisogna riscoprire l’etica del messaggio biblico in cui il fondamento del diritto è il “diritto del povero” ed in cui l’etica si fonda sull’amore nei confronti dell’altro.
Andrea Bigalli, In attesa di una stagione di fiore e frutto – In questa fase storica, la gerarchia cattolica pare orientata a non valutare positivamente la pluralità di orientamenti con cui tradurre i valori evangelici e a seguire invece il modello culturale occidentale, di stampo neoliberista. Si sente bisogno di un diverso approccio che superi chiusure e scelte moralistiche per un attenzione all’uomo concreto.
La democrazia del nostro tempo, sezione monotematica a cura di Giuseppe Vettori e Severino Saccardi
I Crisi della politica e nuovo ‘spirito costituente’
Giuseppe Vettori, Un nuovo spirito costituente – La Costituzione italiana e la Carta dei diritti dell’Unione Europea costituiscono le basi per un rinnovamento delle istituzioni nel segno di una buona politica. La centralità della persona, l’idea di eguaglianza e di giustizia sociale, la partecipazione e il dialogo, nonché un incontro tra le tradizioni liberali, socialiste e cattoliche sono alcuni dei valori da cui partire.
Maurizio Fioravanti, Alle radici della democrazia costituzionale – La Costituzione italiana, nata nel quadro e nella “famiglia” delle grandi repubbliche europee, è alla base del sistema attuale, un sistema di democrazia pluralistica e sociale insieme, che è durato sessant’anni con vari aggiustamenti ma con una forte identità che ha dato grandi frutti e che oggi va difesa, nella coerenza d’insieme del suo impianto, come un “bene prezioso”.
Vannino Chiti, L’”idea repubblicana”: fra attuazione e modifica della Costituzione italiana – Oggi, ai cittadini italiani, è chiesto il massimo impegno affinché la Carta Repubblicana continui a custodire quelle regole condivise, quei valori che sono a fondamento della libertà e della democrazia. E’ necessario trovare un’intesa sulla nuova legge elettorale, sul superamento del bicameralismo paritario con la Camera delle Autonomie in luogo dell’attuale Senato, sul rafforzamento del ruolo del Presidente del Consiglio attraverso la sfiducia costruttiva, per avere un complesso di riforme costruito insieme dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione
Dario Nardella, Una nuova legge elettorale per un nuovo Parlamento – Nella situazione attuale del nostro Paese, piuttosto che aspettare gli esiti di un referendum elettorale che disegna un sistema assai poco convincente, sarebbe meglio trovare una larga intesa su una riforma combinata del sistema elettorale e del sistema bicamerale, su cui ci sono già orientamenti condivisi
Laura Buffoni e Andrea Cardone, Il Partito democratico e il “pluralismo comprensivo” Tenendo conto che nelle società occidentali attuali lo strumento-partito non è più l’unico soggetto depositario degli indirizzi politici fondamentali, ma è uno dei nodi del “reticolo” attraverso cui si dipanano i percorsi formativi della volontà pubblica, il nuovo ruolo che esso può rivestire potrebbe essere quello di interazione con altre realtà presenti nella società, centri per operare una “armoniosa convivenza”: su queste premesse si colloca anche la creazione del Partito Democratico.
Fabrizio Cafaggi, Le società civili nella costruzione europea – Una trasformazione del sistema europeo che abbandoni il modello della democrazia rappresentativa per adottare quello della democrazia partecipativa, affidando alle società civili importanti funzioni di governo appare estraneo ad una tradizione condivisa e di difficile attuazione. E’ dunque solo dall’integrazione tra questi due modelli che può emergere una nuova architettura, affidando alle società civili europee nuovi spazi di autogoverno ma anche nuove responsabilità.
Umberto Tombari, E’ possibile un rapporto “virtuoso” tra finanza e democrazia? – Lo sviluppo economico rende una società più aperta, tollerante e democratica e queste qualità sono a loro volta quelle maggiormente in grado di incoraggiare iniziativa e creatività e quindi nuovo sviluppo economico; per questo un intervento dello Stato per lo sviluppo dei mercati finanziari potrebbe rappresentare un mezzo per migliorare, anche per questa via, lo stato della nostra democrazia.
Gregorio Gitti, L’ossimoro apparente: economia e democrazia – Larga parte del dibattito sviluppatosi in sede di intervento statale nell’economia ruota, oggi, intorno alla funzione regolatrice del potere pubblico, nonché alla definizione dei soggetti deputati a svolgere tale compito: si può dire allora che democraticità del mercato significa trasparenza, certezza e stabilità del quadro regolatorio, sottratto alle decisioni talora capricciose del potere politico e consegnato alla (auspicata) neutralità tecnica degli organismi indipendenti.
Carlo Marzuoli, Del diritto ad una buona amministrazione pubblica – Struttura autonomista della Repubblica, sussidiarietà, partecipazione, pubblicità e trasparenza sono i punti su cui lavorare per una maggiore funzionalità democratica della pubblica amministrazione.
Marco Ciancaglini Fecondità e flessibilità della democrazia partecipativa – Cos’è la democrazia partecipativa? A quali funzioni risponde? Qual è il suo radicamento costituzionale e quali fonti normative sono chiamate a disciplinarla? E’ difficile definire la democrazia partecipativa data la sua fluidità e innovatività ma si sente l’esigenza di cominciare a fissarne in standard più precisi i procedimenti e i diritti, anche predisponendo tutele giurisdizionali
Alessandro Checcucci, Un nuovo approccio alla comprensione delle scelte elettorali – Dall’analisi dei risultati elettorali delle elezioni politiche italiane del 2006 emerge un quadro interessante dove la differenza tra elettorato di destra e di sinistra si fa sempre più sfumato e non riconducibile a categorie tradizionali
Gian Antonio Stella, Una “casta” insaziabile – Intervista a cura di Roberto Mosi – Un breve scambio di battute con Gian Antonio Stella (autore, con Sergio Rizzo, de La casta, ed. Rizzoli) ed alcune riflessioni sui mali della politica italiana e sui privilegi di un ceto politico che appare sempre più autoreferenziale e intoccabile in un chiuso mondo di privilegi .
Cristina Martelli, Contro i Bramini della politica – Il libro La Casta che pone l’attenzione del paese sui comportamenti scorretti dei bramini della politica, lancia un richiamo forte alla sorgente originaria delle regole di convivenza civile, all’obbligo che tutti hanno di rispettarle e di renderne conto, ed al patto di tutela dei beni di tutti che devono fruttare servizi di qualità
Iacopo Mazzantini, Democrazia e populismo – C’è il pericolo di una graduale e progressiva involuzione della democrazia nel populismo, un populismo “nazionalistico” frutto di una “miscela” di odio e paura nei confronti dell’”altro”, che rischia di degenerare in un nuovo totalitarismo. Una riflessione sulle sorti della democrazia nel libro di John Lukacs.
II La “questione laicità”
Alfredo Jacopozzi, Chiesa e democrazia: al confine del metapolitico – Chiesa e democrazia sembrano difficilmente compatibili, in quanto non è possibile sottomettere la verità all’opinione della maggioranza; è, tuttavia, possibile trovare una mediazione attraverso la dimensione metapolitica, nell’umano che sostiene il politico, nella coscienza simbolica che per la Chiesa ha radici nella fede nel Dio crocifisso, la vittima che contesta e liquida il Dio della storia, il Dio delle crociate e di Auschwitz.
Luciano Zannotti, Laicità senza riserve – Una corretta idea di laicità comporta l’espressione libera di ogni idea e però anche l’attenzione critica verso ogni aspetto riconducibile alla dimensione culturale, inclusi gli elementi di carattere filosofico e storico che stanno al confine con la fede, superando un certo atteggiamento di sufficienza nei confronti del fenomeno e del sentimento religioso.
Ugo Caffaz, Possono essere laici anche il Papa e il Rabbino – Si sta perdendo il senso di grandi conquiste culturali come il valore della “laicità” troppo spesso confusa o tradita anche nell’uso quotidiano delle parole.
Gherardo Pecchioni, Cattolici e politica: i “valori non negoziabili” – La gerarchia della Chiesa non dovrebbe imporre le scelte politiche ma individuare dei valori fondamentali che ogni cattolico dovrebbe promuovere; ma lasciando che ciascuno valuti nel profondo della sua coscienza se essi realmente corrispondono allo spirito evangelico e operi, in politica come nella società, alla luce delle risposte che trova in ultima analisi nella sua coscienza, nella ricerca di una mediazione con gli altri.
III Democrazia: un tema “globale”
Severino Saccardi, Un’asimmetria del nostro tempo – Fra le gravi “asimmetrie” da cui è contraddistinto il “villaggio globale”, determinante è quella relativa al “tema democrazia”. Che implica non solo la distinzione fra paesi retti da ordinamenti democratici e paesi che democratici non sono, ma postula, soprattutto, la “riforma della politica” laddove le libere istituzioni sono solide e consolidate, ma vi è un grave distacco fra gruppi dirigenti e società civile, ed il congiunto sostegno a coloro che, nelle aree del mondo in cui i diritti umani sono conculcati, si battono per la conquista delle libertà fondamentali.
Alessio Gramolati, Chi metterà il campanellino al gatto? – E’ urgente riflettere su come costruire una dimensione democratica tale da riequilibrare lo strapotere dei poteri forti dell’economia globale. L’Europa con il suo patrimonio democratico può svolgere un ruolo centrale, ma l’apporto italiano alla gestione dell’economia mondiale dovrà passare attraverso l’unità delle forze riformiste e la concretezza delle scelte
Massimo Livi Bacci, Una democrazia dell’inclusione – Uno degli obbiettivi più importanti oggi delle democrazie moderne è quello di riuscire ad evitare che parte della popolazione sia esclusa dalla vita della società.
Simone Siliani, La lezione dell’isola di Pasqua – In Italia oggi ciò che è maggiormente in crisi non è il sistema della partecipazione bensì quello della rappresentanza; è, infatti, interrotto il canale di comunicazione fra politica e cittadini e dunque è necessario trovare forme di democrazia capaci di rinnovare il contratto che lega rappresentati e rappresentanti
Andrea Bigalli, A scuola dai Guaranì – Ciò che connota la democrazia è la capacità di continuare a pensarsi nella volontà programmata di mettersi in discussione, ma è proprio questo che forse è mancato: il problema non è il sistema con cui si vota, ma lo spirito con cui si va a farlo; quindi la crisi della democrazia si deve affrontare innanzitutto sul piano culturale, riscoprendo la forza dell’utopia.
Vittoria Franco, “Democrazia paritaria”: una nuova idea di convivenza – Non si può negare che la solidarietà fra gli uomini che si è stabilita all’origine dello stato moderno, continui ad avere effetti ancora oggi rendendo difficile l’eguaglianza “sostanziale” fra uomini e donne e la possibilità reale di condividere la sfera pubblica. Bisogna riscoprire il principio della cooperazione, il riconoscimento che la democrazia e le sue istituzioni costituiscono un’impresa cooperativa di donne e di uomini
Mauro Sbordoni, Una Cina vicina e lontana. Vedere la Cina per capire l’Italia. – Attraverso uno sguardo alla Cina di oggi in trasformazione la possibilità di ripensare i problemi del nostro paese
Franco Farina, Appunti di viaggio in Cina: una scuola a due velocità – Uno sguardo alla contraddittoria realtà dell’istruzione in Cina, tra scuole d’aeccellenza di città e quelle trascurate di villaggi abbandonati in un viaggio nell’antico paese
Renza Marchi, Cina e Russia: “più stato nel mercato”? – Cina e Russia stanno recuperando il loro ruolo, sia in termini economici che di prestigio internazionale, ma non sembra si possa dire che si siano pienamente convertite al capitalismo; anzi, più che adottare la formula liberista “meno stato, più mercato”, pare, pur nella diversità delle loro esperienze, che abbiano scelto quella: “più stato nel mercato”.
Guido Giacomo Gattai, Se filosofia fa rima con (auto)ironia – Nella personalissima ricostruzione del fondatore, le scelte e l’impostazione di un gruppo di studenti fiorentini che, dando vita al movimento “hyronista”, hanno trovato un loro modo originale per proporre discussioni pubbliche sul rapporto fra filosofia, cultura della pace, tolleranza e pluralismo culturale, in opposizione al fascino perverso del “settarismo”
Lodovico Grassi, Lutero maestro comune – Lutero fu cacciato, ma l’Evangelo da lui messo in luce continuò a risuonare, a parlare al cuore di molti e a portare frutti in Europa e nel mondo e anche, con il tempo, nella Chiesa che l’aveva scomunicato
Stefano Beccastrini, Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni, che se ne sono andati insieme – La scomparsa dei due grandi registi nello stesso giorno ci porta a formulare un necrologio comune che li pone in un confronto che va al di là della semplice occasione: due artisti straordinari con molti punti in comune e molti caratteri distintivi e peculiari.
Giovanni Allegretti, All’insegna dell’impegno: 75 anni di Cinema a Venezia – La sessantaquattresima edizione della Mostra del Cinema di Venezia si è riconfermata un festival altamente impegnato sul versante politico-sociale, pur non rinunciando a un aspetto mondano. E il Ministro Rutelli ha confermato – per il 2011 – la conclusione del nuovo Palazzo del Cinema da 77 milioni di euro, che dovrebbe allentare le difficoltà logistiche sperimentate in questi anni.