N. 441
Reporters di guerra testimoni di pace
Renu Sharma, Diritti umani e diritti delle donne in Nepal – Intervista a cura di Leonardo Ferri.
Roberto Taioli, Sul crinale: speranza, responsabilità, apocalisse nel pensiero del Novecento – Escatologia ed apocalittismo attraversano a vario modo il pensiero del Novecento, ma anche il fiorire di nuove speranze e l’avanzare faticoso di un’idea nuova dell’umanità unificata dal senso di una speranza e dall’affermarsi di nuovi diritti. Dubbi e risposte attraverso una rivisitazione del pensiero di Ernst Bloch, Hans Jonas, Gunther Anders.
Mary Malucchi, Nicola Badaloni: Un libero pensatore dei nostri tempi – Nicola Badaloni, recentemente scomparso, costituisce una figura di primo piano della cultura italiana, capace di coniugare impegno politico con lo studio e l’elaborazione intellettuale. E’ stato un maestro ineguagliabile per quella parte di mondo che continuerà a cercare un orizzonte più giusto e più libero, grazie soprattutto alla sua generosa disponibilità con cui ascoltava ogni richiesta e alla straordinaria passione con cui affrontava le vicende politiche del mondo.
Velio Abati, Ken Bugul: una scrittrice dall’altra parte del cielo – La Fondazione Bianciardi ha permesso l’incontro tra la scrittrice senegalese Ken Begul e i cittadini della Maremma in un’esperienza ricca di sorprese e insegnamenti..
Reporters di guerra testimoni di pace: Atti del 1° Colloquio di Santa Fiora su pace, diritti, nonviolenza a cura di Severino Saccaridi e Lucio Niccolai (24/4/2005).
Severino Saccardi, L’impegno per la libertà di informazione nei “punti caldi” del pianeta – Il reporter di guerra rappresenta una figura importante per l’affermazione della libertà e la democrazia: far conoscere la verità sui fronti di guerra è un contributo fondamentale per combattere ogni violenza e stare dalla parte degli oppressi.
Loris Campetti, Le bugie di guerra – Oggi è sempre più difficile svolgere il lavoro del giornalista che deve liberarsi dalle bugie costruite appositamente dai politici e dalle veline degli Stati Maggiori.
Massimo Bordin, Antonio Russo: un modo diverso di fare il giornalista – Un esempio di giornalismo libero che legge i fatti dalla parte delle vittime. La triste ma esemplare vicenda di un giornalista che ha pagato con la vita la sua fedeltà alla verità e agli oppressi.
Paolo Serventi Longhi, Raccontare la verità laddove è nascosta – Bisogna collegare la battaglia per la libertà d’informazione con la più generale lotta per la difesa di tutti i diritti democratici e della Costituzione: una lotta che interessa non solo i giornalisti ma tutti i cittadini.
Mariano Benni, La mela velenosa dell’informazione distorta – Esistono grandi laboratori dell’informazione che condizionano la diffusione delle notizie e avvelenano la verità.
Stefano Marcelli, Se vuoi la pace informa – Aumenta il numero dei giornalisti uccisi e questo è un pericolo per la democrazia e per la pace che ha bisogno dell’informazione, di sapere come stanno le cose per permettere a tutti di decidere e agire.
Mimmo Candito, L’enfasi dell’apparenza e il riconoscimento della realtà – Oggi sembra non esserci più una frontiera fra percorsi della pace e percorsi della guerra e non vi è più identità e certezza su ciò che è vero e ciò che è falso.Il dovere del giornalista allora sarà quello di avviare un racconto che sia il più vicino possibile al riconoscimento della realtà cercando di superare quelle difficoltà che sono identiche sia in guerra sia nel lavoro giornalistico in qualsiasi tempo.
Paolo Beni, La guerra mediatica – Oggi le guerre non si fanno se non sono preparate da una grande campagna mediatica, sembra quasi che non si facciano per vincere, ma per convincere, per costruire consenso.
Fulvio Fammoni, La memoria come valore fondativo di un paese – Non si può dimenticare il passato e riscrivere la storia in cui non ci sono più distinzioni tra oppressi e oppressori, come non si può imbavagliare il diritto all’informazione. Attualità di quel lontano 25 aprile Commemorazione del 60° anniversario della Liberazione a Santa Fiora.
Lio Scheggi, Quel lontano 25 aprile – La pietà nei confronti di tutti i morti è dovuta, è un atto di civiltà, ma la consapevolezza storica della differenza di chi è morto per darci la libertà o per tentare di procrastinare le dittature del nazismo e del fascismo deve essere altrettanto netta.
Giovanni Gozzini, Una lunga scia di sangue – Rendere memoria di Niccioleta e degli eccidi del passato è significativo per poter continuare a denunciare ancora ogni violazione dei diritti umani, affermando che i crimini contro l’umanità non cadono mai in prescrizione.
Ali Rashid, La grande strada del sogno – La Resistenza italiana costituisce una tappa di quella grande strada del sogno per la realizzazione della libertà, dell’uguaglianza e della fine di ogni oppressione.
Pierluigi Di Piazza, Tradimenti e fedeltà – Essere coerenti con i valori della Resistenza vuol dire combattere contro ogni ingiustizia, contro le guerre, contro intolleranza e chiusura e portare avanti una disobbedienza resistente nella fedeltà alla verità. Luciano Silvestri, Il diritto di costruire il proprio futuro Bisogna costruire un futuro di libertà attraverso una solidarietà tra generazioni che saldi i valori della Resistenza con le esigenze della società attuale.
Annarita Bramerini, Attualità della Resistenza – Un appello per lavorare costantemente con le scuole e con i giovani sui temi di “educazione civica”, perché i valori della Resistenza, così bene espressi nella nostra Carta costituzionale, non vengano traditi.
Lucio Niccolai, La memoria di Niccioleta – I minatori uccisi nel 1944 a Niccioleta erano persone semplici, umili, che sono fonte di ispirazione ed esempi preziosi, che danno un senso alla “fedeltà al vero” di cui parlava Balducci, e di quegli ideali che richiamano l’immenso sogno di pace della Resistenza che, idealmente, si ricollega oggi al nostro impegno di pace per l’uomo planetario, per la cultura della non violenza e dei diritti. Presentazione dell’Associazione “Uomo Planetario” Atti dell’incontro del 23 aprile 2005 a SantaFiora
Lucio Niccolai, Renzo Verdi, Uomo planetario: un’associazione per la pace e la non violenza – La nascita dell’associazione “Uomo Planetario” è legata alla volontà di fare di Santa Fiora un luogo simbolo della cultura della pace e della nonviolenza Severino Saccardi, Gli “scrigni” di Santa Fiora In un tempo in cui “globale ” e “locale” sembrano toccarsi, la valorizzazione di un luogo-simbolo come Santa Fiora, nel Sud amiatino della Toscana (che è “terra di campanili”, ma anche e non contraddittoriamente “terra del mondo”), può dischiudere ad occasioni importanti di riflessione sui grandi temi del nostro tempo. E’ con questo spirito che nasce l’Associazione “Uomo Planetario”, sviluppando un’idea già vigorosamente appoggiata un anno fa dallo scomparso presidente dell’ ARCI Tom Benetollo e riferendosi idealmente alla figura di un grande “figlio dell’Amiata” come Balducci, al “profeta dei poveri”.
Davide Lazzaretti, Ai martiri del lavoro fucilati, nel 1944, dai nazisti a Niccioleta.
Vincenzo Striano, I percorsi non facili del pacifismo – L’iniziativa di Santa Fiora nasce dal forte impegno di Tom Benetollo di radicare il pacifismo nella politica superando le reticenze di un realismo miope che rinuncia al cambiamento
Claudio Franci, Eredità e futuro dell’Uomo Planetario – La nuova associazione Uomo Planetario che nasce sull’Amiata riprende l’eredità di grandi uomini che in queste terre hanno lasciato un messaggio di lotta e di pace e si proietta nel futuro affinché il nuovo mondo si affermi e ancora una volta utopia e concretezza possano camminare di pari passo.
Claudio Martini, Un’ottica planetaria che nasce da una dimensione locale – La qualità della riflessione e l’importanza di iniziative come quella di Santa Fiora e dell’”Uomo Planetario”, che costituiscono un simbolo di pace ma anche un’occasione di riflessione permanente, hanno l’apprezzamento e l’appoggio della Regione Toscana
Tommaso Ferraresi, Marcello Flores: tutta la violenza di un secolo – Attraverso il libro di Marcello Flores una riflessione sui caratteri, le cause, gli interrogativi sulle violenze del Novecento, secolo paradigmatico dell’uso della violenza organizzata.
Andrea Bigalli, La piccola Lola: la ricerca di un figlio – Attraverso l’ultimo film di Bertrand Tavernier una riflessione sul problema delle adozioni internazionali.