N. 428
Pensare la pace dopo l’Iraq
Severino Saccardi, Dopo l’Iraq – Mentre il terrorismo appare, dopo l’intervento armato in Iraq, tutt’altro che indebolito e sconfitto, è necessario tornare ad interrogarsi in modo nuovo, di fronte ad una situazione di grande complessità, sui temi della pace e della guerra e sull’elaborazione di una strategia che contrasti in modo non ideologico l’unilateralismo americano.
Franco Toscani, La tecnica e la “cura del tutto” in Hans Jonas – Il rischio inquietante della situazione attuale consiste nel fatto che, con l’aumento del potere tecnico, diminuisca sempre più l’umanità dell’uomo e peggiori la qualità della vita; perciò Jonas propone per il terzo millennio un nuovo modo di pensare che risvegli “l’attenzione su ciò che è irrinunciabile” e collochi al centro l’idea di responsabilità.
Lucio Niccolai, Pellegrini in un mondo turbato – Introduzione Mons. Liberio Andreatta – Il Creato santuario di Dio Il pellegrinaggio è la metafora dell’esperienza dell’uomo che vive nel presente. Può essere inteso anche come catechesi, incontro dell’uomo con se stesso, con i fratelli, con Dio, e in un mondo conflittuale come quello di oggi si può trovare uno spazio, una dimensione, un luogo dove tutti siamo uguali: il creato.
Giovanni Cardinali, Luciano Della Mea: restituire la parola ai “senza storia” – Un appassionato ricordo di Della Mea nel suo soggiorno aretino e nel suo impegno per la riforma dei manicomi
Adriano Sofri, Tradurre in storie la sensibilità esistenziale – Era l’abilità la “vocazione” particolare, dal punto di vista umano e politico, di un intellettuale impegnato ed atipico come Luciano Della Mea, il “fratello maggiore” che Adriano Sofri ha ricordato nella dichiarazione, che abbiamo raccolto nella visita che gli abbiamo fatto nel carcere “Don Bosco” di Pisa e di cui riportiamo la trascrizione.
Luciano della Mea, Camicie colorate e camici bianchi – L’esperienza di Luciano Della Mea negli anni 70 ad Arezzo per la riforma del sistema dei manicomi: un periodo fondamentale per l’evoluzione della psichiatria moderna.
Pensare la pace dopo l’Iraq. Sezione monotematica a cura di Severino Saccardi.
Bijan Zarmandili, Il dopoguerra: nuovo ordine o disordine prolungato? – Intervista a cura di Severino Saccardi (con la collaborazione di Giulia Pruneti) La situazione irachena rivela come sia stato più facile, per le forze angloamericane, vincere la guerra che non “vincere la pace” nel contesto di una società e di una realtà, delle quali sono stati sottovalutati gli elementi di complessità, che mal sopportano la trasposizione meccanica di formule di carattere generale, legate alla pretesa strumentale ed ideologica dell’esportazione della democrazia.
Andrea Bigalli, Sulla “convenienza” della guerra – Il potere militare, che si poteva immaginare sotto il controllo di quello economico, si riprende notevoli spazi proprio in virtù di una riaffermata “convenienza” della guerra contro cui il pacifismo deve riuscire ad affermare il valore etico della pace.
Adriano Sofri, Tra il Papa e Michnik. – Intervista a cura di Severino Saccardi, (Con la collaborazione di Paolo Capezzone e Leonardo Ferri) – L’angoscia del Papa di fronte ai drammi del mondo contemporaneo e le posizioni di un intellettuale laico e democratico polacco come Michnik vengono emblematicamente messe a confronto, in questo colloquio con Adriano Sofri, per contribuire a mettere a fuoco, nell’incerta situazione del dopo-Iraq, i temi della pace e della guerra, della difesa dei diritti umani, dei dilemmi del pacifismo e della difficile coniugazione fra la condanna dell’unilateralismo statunitense e quella delle ambiguità dell’ “antiamericanismo”.
Giuliano Della Pergola, L’Iraq, gli anglo – americani e il movimento pacifista – Dopo un conflitto illegittimo, che ci ha coinvolto emotivamente, si preparano scenari inquietanti di una strategia americana tesa ad imporre un nuovo “ordine mediorientale” sotto la loro tutela.
Vincenzo Striano, Chi l’ha detto che la guerra è inevitabile? Grandi e inimmaginabili cambiamenti sono possibili senza la guerra e il movimento pacifista è chiamato a continuare la sua strada coinvolgendo tutta la società e infondendo nuova linfa vitale nelle forze politiche.
Edi Rabini, Un recinto per la bestia della Forza – Nuove guerre e culture della pace a partire dal pensiero e dall’opera di Alexander Langer.
Alì Rashid, Lo spazio della politica nella prevenzione dei conflitti. Intervista a cura di Roberto Mosi – Il ruolo dell’opinione pubblica è stato fondamentale per arginare l’uso indiscriminato della forza e, anche se non è riuscito a fermare la guerra in Iraq, ne ha delegittimato l’ideologia di scontro di civiltà. Ancora è possibile far riprendere il giusto ruolo della politica per la soluzione dei grandi conflitti internazionali.
Maurizio Abbà, Quando la guerra è finita – Molti sono i pericoli in agguato dopo la guerra, dall’islamofobia all’antimericanismo, dalla continuazione di un’economia di morte alle difficoltà dell’impegno pacifista: per i cristiani si pone la necessità di un reale incontro ecumenico per una società più libera e più giusta.
Enzo Bianchi, Non nominare il nome di Dio invano – Intervista a cura di Severino Saccardi (con la collaborazione di Davide De Grazia) – Da parte delle Chiese cristiane e dei cristiani è necessario far sentire all’islam il loro rifiuto di un atteggiamento di scontro tra religioni e civiltà che la guerra in Iraq ha rischiato di assumere.
Giannino Piana, La “Pacem in terris”: dal rifiuto della guerra alla promozione della pace – Il messaggio della Pacem in terris sembra essere sempre più attuale con il suo invito a sentimenti di tolleranza e di dialogo e alla ricerca di soluzioni pacifiche anche sul terreno strutturale. La pace è una realtà che non può mai dirsi definitivamente raggiunta ma che va costantemente promossa attraverso un processo di conversione interiore e attraverso forme di mediazione politica per la composizione di ogni conflitto.
Gianni Cioli, A proposito della dottrina cattolica sulla guerra – La Chiesa dopo un passato di legittimazione della guerra “giusta” ha ormai imboccato una strada decisamente pacifista.
Umberto Allegretti, L’Italia ripudia la guerra. Intervista a cura di Davide De Grazia – Di fronte al perpetuarsi di conflitti nel mondo è necessario e utile un provvedimento di attuazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana per impedirne le interpretazioni abusive o scorrette e far sentire la vocazione pacifista del popolo italiano.
Chiara Bonaiuti, 185: una legge sotto tiro – Le conseguenze delle modifiche alla legge n. 185/90
Andrea Giuntini, Sulla “guerra globale” – Un interessante libro di Carlo Galli sulla “guerra globale” interpreta le guerre moderne come modalità della globalizzazione.
Roberto Mosi, Che cosa deve portare con sé Alice al di là dello specchio? – Il libro La paura e l’arroganza a cura di Franco Cardini rappresenta un’operazione culturale di rilievo che sembra però fermarsi entro i confini che delimitano il prato: lungo il percorso della ricerca del dialogo, sarebbe di notevole interesse superare questi confini segnati dalla paura per un confronto più ravvicinato e diretto su progetti a misura dell’epoca planetaria nella quale viviamo.
Costanza Mosi, La guerra in “Rete” – I giornali on line, i siti di protesta, i blog: un nuovo modo di raccontare la guerra.
Vanni Pettinà e Giulia Pruneti, Tanti corpi tutti in fila coperti da un telo – Intervista a Sara – Le immagini del conflitto viste con gli occhi di un’adolescente.
Mary Malucchi e Francesco Bezzi, Educare alla pace in tempi di guerra – Soltanto se avrà trovato precocemente strutture adulte giustamente orientate e strutturate il bambino da grande svilupperà comportamenti responsabili: la scuola fin dalla prima infanzia ha il compito di offrire questo tipo di ambiente quale premessa per la costruzione di una cultura di pace.
Francesco Donfrancesco, Dall’odio al perdono – Di fronte alle dinamiche che si creano tra vittima e carnefice l’unica strada di superamento è quella del perdono e del pentimento intesi come facce della stessa medaglia in una diade indissolubile: il pentimento come amore dolente del carnefice per la sua vittima e il perdono come amore con il quale la vittima riconosce la conversione del suo carnefice e lo accoglie.
Marco Giuliani, Maiano Lavacchio, 25 Aprile – Attraverso il ricordo di un tragico episodio, poco conosciuto ma estremamente significativo, della seconda guerra mondiale nel grossetano un’occasione per sentirsi dalla parte giusta per la pace e la democrazia e per recuperare, nella memoria, insegnamenti per la cultura non violenta del domani.
Corrado Barontini, La strage d’Istia d’Ombrone – La ricostruzione del barbaro eccidio degli undici renitenti alla leva da parte dei repubblichini nel Comune di Magliano in Toscana.
Franco Campoli, L’arte dell’Altro – Un esempio di come l’arte, ispirandosi ai valori profondi della religione, può divenire mezzo di conoscenza, dialogo e pace tra gli uomini.
Tonino Virone, L’alba selvaggia del sogno americano – Il melting pot degli Stati Uniti si è formato da drammatici, conflittuali e spesso misconosciuti processi di integrazione delle minoranze etniche via via immigrate. Attraverso il film Gang of New York di Martin Scorsese si ripercorre la nascita d’una nazione nella sua violenta fase cruciale di metà Ottocento