Questo numero 461 (settembre-ottobre 5/2008)
Tema
5 Severino Saccardi, Un’annata particolare
Il 2008, sessantesimo anniversario della Costituzione repubblicana e della Dichiarazione universale dei diritti umani (dedicato, inoltre, in Europa, all’interculturalità), può essere definito come “anno dei diritti”. Un anno che, nel suo concreto svolgersi, si è rivelato assai ambivalente e contraddittorio: l’attenzione ai diritti umani (come nel “caso Tibet”) non è mancata, ma chiusure come quelle del regime cinese (per non parlare del perdurare di tragedie, come quella del Darfur) hanno gelato le speranze.
Culture e Religioni
11 Renzo Bonaiuti, 28 Ottobre 1958: “un cristiano sul trono di Pietro”
La novità di papa Giovanni XXIII che portava le insegne e i paramenti del pontificato come se non le portasse, che con semplicità umana ed evangelica stava dentro l’istituzione in ascolto dell’umanità, avendo come suo unico esempio il Cristo salvatore.
Polis
18 Renza Marchi, La ricomparsa della classe operaia
In tempi recenti, si è tornati a parlare (sia pure in termini mutati rispetto al passato) di “classe operaia” e a renderci conto ancora una volta che, verosimilmente, è proprio un certo tipo di sistema produttivo ad essere responsabile delle “morti bianche” e, più in generale, della sorte dei lavoratori che non possono far molto per incidere sulle scelte macroeconomiche di un’imprenditoria che trae grandi profitti dalla divisione internazionale del lavoro nel tempo dell’“economia globale”.
Uomo Planetario
28 L’anno dei diritti umani Sezione monotematica a cura di Severino Saccardi
29 Marcello Flores, Diritti umani, una lingua franca per il XXI secolo
Fare dell’anniversario del 10 dicembre occasione per un’analisi autocritica dello stato dei diritti umani in Italia sarebbe il modo migliore per capire, anche, quello che è possibile fare per favorire la realizzazione nel mondo dei principi proclamati dalla Dichiarazione universale del 1948.
31 Giuliana Sgrena, Né tolleranza né razzismo, ma uguaglianza
Oggi abbiamo bisogno di rivendicare il rispetto universale dei diritti umani e superare il concetto di tolleranza attraverso il quale si è disposti, in nome del relativismo culturale ed all’insegna di una sorta di razzismo “rovesciato”, a giustificare discriminazioni, violenze e soprusi inaccettabili che si verificano in molte parti del mondo.
33 Stefano Marcelli, 8 Agosto 2008: una “giornata nera” della cultura dei diritti
Mentre a Occidente si propone uno scambio perverso fra libertà e sicurezza, a Oriente si rilancia quello, ormai storico ed altrettanto (se non più) infausto, fra libertà e sviluppo: non si annunciano tempi felici per la cultura dei diritti.
39 Samia Kouider, Universalismo o relativismo? Una “non questione”
Non di rado il relativismo conduce a negare la validità dei diritti universali, strumentalizzando la tematica, pur importante, della salvaguardia delle culture per sviare l’attenzione dai veri problemi dell’umanità e imporre il punto di vista dei detentori del potere, che prediligono la strumentale logica del “conflitto di civiltà”.
42 Maria Teresa Cao e Simone Siliani, Nuove generazioni di diritti
Oltre ai diritti di libertà individuali e ai diritti sociali oggi si parla di diritti di “terza generazione” che prevedono quattro direttrici fondamentali: il diritto alla pace, il diritto alla salvaguardia dell’ambiente, il diritto alle necessarie condizioni di sviluppo, il diritto al patrimonio comune dell’umanità, cioè diritti che coinvolgono popoli e l’umanità intera. A questi si aggiunge la quarta generazione dei diritti che trae origine dalla nuova dimensione tecnologica della comunicazione e dell’informazione
50 Wolfgang Sachs, Per una “politica del clima” fondata sui diritti
Anche l’equilibrio climatico ha a che fare con i diritti umani. L’effetto peggiore dei cambiamenti climatici sarà l’aumento della povertà globale e un approfondimento delle differenze sociali: i paesi del Sud del mondo, e, al loro interno, soprattutto i settori rurali della popolazione che dipendono direttamente dalla natura sentiranno gli effetti destabilizzanti del riscaldamento globale molto più brutalmente dei paesi industrializzati e delle popolazioni urbane.
58 Giuseppe Vettori, Dalla Dichiarazione Universale alla Carta Europea dei diritti
La pacifica “rivoluzione” introdotta dalla cultura dei diritti umani, significativamente condensata, a suo tempo nella Dichiarazione Universale, è alla base anche dei principi che si ritrovano nella La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. La Carta ha avuto una larga diffusione, che è il segno del rifiuto di alchimie sul valore formale dei diritti e che lascia pensare che non saranno dichiarazioni unilaterali, protocolli o limiti all’interpretazione a fermare o paralizzare il processo che ha contribuito, nonostante tutto, ad inserirla nel sistema delle fonti del diritto comunitario.
67 Gianni Criveller, Il Dio dell’Asia
La vita religiosa in Cina continua ad essere oggetto di pesanti condizionamenti e repressioni e l’Estate 2008 (con le attese e le illusioni suscitate dall’apparente clima distensivo legato alle Olimpiadi) ha rappresentato un’occasione mancata per possibili aperture. In Tibet, intanto, continua la repressione e molto grave è anche la situazione di altri paesi dell’ Asia orientale (tra cui Birmania e Corea del Nord) che si avvalgono del sostanziale sostegno di Pechino.
72 Francesco Njagi Kaburu, Il “caso” Darfur: un’antinomia pace-giustizia?
Nel Darfur, dove è tuttora in atto una gravissima emergenza umanitaria causata dalle violenze contro i locali movimenti autonomisti e, soprattutto, contro le popolazioni civili, l’incriminazione per “genocidio” del capo di Stato sudanese Bashir da parte della Corte Penale Internazionale (CPI) ha suscitato, congiuntamente, preoccupazioni e speranze.
78 Federico Saracini, Birmania, il Paese a rovescio in cui “tutto è possibile”
Il Myanmar (o Birmania) è un Paese tra i maggiori produttori di oppio, è attraversato da una guerra civile contro le minoranze indipendentiste ed il partito di maggioranza, uscito vittorioso dalle elezioni del 1990, è messo al bando mentre i suoi maggiori leader si trovano in carcere ed ogni opposizione politica e civile viene repressa. E’ grottescamente possibile, in un certo senso, darne una definizione paradossale e rovesciata (rispetto all’accezione corrente) come del “Paese in cui tutto è possibile”.
84 Orlando Baroncelli, Su la testa, Argentina!
Un excursus del lungo percorso (1976-2008) della società argentina dalla dittatura alla democrazia, dall’impunità per i repressori e i responsabili di crimini contro l’umanità al lento, ma costante, recupero della memoria storica e della giustizia.
90 Vera Vigevani Jarach e Horacio Verbitsky, Argentina, la lunga marcia dei diritti umani.
Intervista con a cura di Orlando Baroncelli
A colloquio con due protagonisti e testimoni della difesa dei diritti umani nell’Argentina della dittatura militare
95 Paolo Cugini, Fame e giustizia: l’esperienza della Chiesa nel nordest brasiliano
Il cammino che la Chiesa brasiliana sta realizzando nel Nordest, regione devastata sin dal suo nascere, da gravi problemi sociali e politici.
113 Melita Richter Malabotta, Scuola/Italia: “classi differenziali” per stranieri?
Una nota stonata nell’“anno europeo dell’interculturalità”è data dalle recenti proposte, approvate nel Parlamento italiano, per la formazione di classi separate per stranieri. Per una scuola interculturale e per l’inserimento degli alunni stranieri è necessario prevedere l’incontro,non la separazione, la piena immersione, non la differenziazione senzacontatto, una classe multietnica che valorizza l’ascolto e il dialogo, non una scuola che stigmatizza la differenza.
Società Civile
121 Seconda generazione (dossier a cura di Franco Farina)
121 Franco Farina, Non ridurre ad uno ciò che è altro
La proposta di un’idea di integrazione che non consiste nel rendere uno ciò che è diverso per storia, per tradizione, per cultura, cancellando la ricchezza della diversità, ma nella affermazione dei diritti della cittadinanza e nell’assunzione delle responsabilità che a tutti noi spettano di fronte alle sfide della contemporaneità.
123 Ismail Ademi, Figlie e figli di immigrati in Italia
L’associazione Rete G2 raccoglie i figli di immigrati che nonostante siano nati e cresciuti in Italia hanno difficoltà ad ottenere la cittadinanza e sono di fatto discriminati
126 Alessandra Samira Mangoud, “Sportello H”
Una storia esemplare di diseguaglianze di trattamento per le “seconde generazioni” di immigrati nel nostro Paese
128 Juny Bai e Franco Farina, Italo-cinesi di “seconda generazione”: la “Rete Associna”
Attraverso l’opera dell’associazione “Associna” e il suo sito web si possono sfatare tanti pregiudizi sugli immigrati cinesi e conoscere la nuova realtà dei loro figli, nati nel nostro Paese e ormai assimilati, per molti aspetti, agli italiani “autoctoni”.
Multimedia
133 Stefano Beccastrini, Tosca: cantante innamorata o “eroina della libertà”?
Una rilettura, alla luce della storia del cinema, del personaggio pucciniano di Tosca come simbolo del tragico melodramma di cui furono protagonisti e vittime l’Italia e gli italiani nella seconda guerra mondiale e del riscatto operato dalla Resistenza a partire dalla ricostruzione delle vicende legate ad un mancato film di Renoir ed alle opere di Rossellini (Roma città aperta) e di Gallone (Avanti a lui tremava tutta Roma).
139 Paolo Calabrò, A misura d’uomo
C’è qualcosa che lega fra loro due tra i più recenti libri pubblicati dall’editore «L’altrapagina» di Città di Castello: AA. VV., Politica senza il potere in una società conviviale (2007) e S. Latouche, R. Petrella, E. Dussel, La sfida della decrescita (2008). E’ il rimando al senso del limite e alla domanda: “qual è la giusta misura per il mondo nel quale viviamo?”