N. 440
Laicita’ e cultura della convivenza negli anni 2000
In morte di papa Wojtyla, Forum di “Testimonianze” a cura di Maurizio Bassetti. Aspetti positivi e limiti, luci e ombre, elementi controversi e forti stimoli innovativi nel pontificato di Papa Wojtyla inquadrati attraverso le opinioni di alcuni membri della Redazione di “Testimonianze”
Roberto Mosi, Mario Luzi o della “tensione verso la semplicità” – Un ricordo del poeta fiorentino recentemente scomparso, amato da giovani e meno giovani per il suo impegno civile e il legame con la sua terra.Simone Tanturli, Cosa leggeva il giovane Milani. Un’indagine sulle prime letture (da Bernanos a Henry Godin) in seminario di don Lorenzo Milani, da cui forse ricava l’attenzione ai poveri, alla classe proletaria, alla necessità di separare messaggio cristiano dalla cultura dominante che lo allontana dalle classi popolari.
Laicità e cultura della convivenza negli anni 2000 – (Sezione monografica a cura di Severino Saccardi)
Franco Toscani, Il valore pià prezioso (e incerto) dell’Occidente – La laicità, concepita come apertura alla verità inesauribile e all’infinita ricchezza del mondo, senso del dubbio e dei limiti, esercizio del pensiero critico, fiducia nella coscienza, disposizione all’autocritica, gusto della ricerca e del libero cammino, è ancora ben lungi dall’essere un saldo possesso, ma è il valore più prezioso dell’Occidente, uno dei migliori frutti della sua cultura, che apre l’orizzonte di una possibile convivenza fruttuosa fra culture e popoli diversi.
Bruno Di Porto, Il principio di laicità nell’ottica delle minoranze – La vera laicità genera un clima storico, culturale, giuridico favorevole alla generale convivenza delle culture e delle religioni: in una situazione in cui le minoranze stanno crescendo, il criterio di fondo in un sistema democratico e laico è di contemperare la loro integrazione nel tessuto nazionale e sociale con il rispetto delle loro identità specifiche.
Federico Squarcini, Secular e religious: appunti critici a partire dal paese “più religioso del mondo ” – Laicismo e religione hanno molti punti in comune: mentre lo stato laico e la religione ufficiale sono entrambi concepiti per orientare la gestione della cosa pubblica, la cultura laica e la religione popolare fungono ipoteticamente da parametro per la direzione delle scelte e delle pratiche personali dei soggetti. Ciò è particolarmente significativo nell’India di oggi dove è difficile pensare di poter analiticamente separare il secular dal religious, gli atteggiamenti e le sensibilità religiose da quelle culturali e, in certo senso, laiche, a tal punto da rendere difficile cogliere legittimamente la linea di confine fra religione e politica.
Andrea Bigalli, La parola “laico” – La vita di Gesù ci presenta la sua volontà di diminuire la distanza tra realtà sacrale e vita comune, tra gli specialisti del sacro e la gente comune: d’altra parte la dialettica con il razionale è fondamentale per il pensiero religioso, ma anche i sistemi umani di pensiero si impoveriscono se non riescono a confrontarsi con il Trascendente, comunque lo si voglia intendere.
Filippo Gentiloni, Interloquire alla pari – Nella nuova società “globalizzata” bisogna parlare di dialogo assai più che di laicità. “Laicità” suppone un “valore” da cui in qualche modo si prendono le distanze. Dialogo, invece, suppone una interlocuzione alla pari in cui nessuno dei due è più “sacro” o più “vero” dell’altro.
Mauro Sbordoni, La strada dei sette ponti – Attraverso alcuni luoghi simbolo di fede (come Medjugorje, la moschea di Damasco e il Monastero di Vallombrosa) una riflessione su sincretismo e convivenza, separazione tra Cielo e Terra e collaborazione tra fedi, tra laici e religiosi, segno di un nuovo umanesimo, di una umanità che continua a vivere ad essere attiva presenza in grado non solo di aprirsi alla contemporaneità ma anche di intessere fecondi rapporti culturali con gli altri.
Renzo Bonaiuti, “Aziende” di percorsi formativi? – Oggi c’è il pericolo che possano passare, attraverso scelte culturali, politiche, legislative atteggiamenti e pratiche che tendono a considerare la scuola non come un’istituzione pubblica nazionale a servizio di tutti i cittadini ma una pluralità di “aziende” differenziate ognuna con una propria “offerta formativa” da porre sul mercato. L’approccio culturale ed educativo più attento richiede invece che la scuola di tutti debba costituire il luogo privilegiato in cui si educa al confronto e al dialogo religioso nella pluralità delle sue espressioni per l’acquisizione critica di strumenti basilari che la scuola deve essere in grado di offrire a tutti.
Vittoria Franco, Se viene messa sotto assedio la laicità – Ciò che distingue il laico è la convinzione che non esista una sola forma gerarchica dei valori e che sia accettabile qualsiasi stile di vita frutto di una scelta libera: di fronte alle nuove tecnologie riproduttive è necessario che le scelte politiche e legislative trovino un equilibrio fra sfera pubbblica e sfera privata appellandosi non semplicemente al principio della libertà di coscienza ma soprattutto al principio di responsabilità, nella ricerca di un equilibrio fra la libertà e il limite dello stesso legislatore.
Giuseppe Vettori, Persona e laicità: un terreno di intesa – Nella nostra legislazione il rifiuto di posizioni assolute tiene conto di ogni valore ed offre un terreno di intesa e di cofronto a chi muove da posizione anche lontane, usando un metodo che non procede ad una astratta gerarchia piramidale dei valori ma procede invece al loro bilanciamento secondo criteri ordinanti ma non assoluti. La legge sulla fecondazione assistita (n. 40 del 2004) assicurando diritti a “tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito”, propone uno spirito ideologico che non risolve alcun problema e complica inutilmente il sistema normativo.
Erwin Lazlo, Emergenze del nostro tempo – Intervista a cura di Severino Saccardi. La storia pone oggi delle sfide decisive: la conservazione della biosfera, la questione ecologica, la questione della sicurezza, della pace, delle grandi migrazioni. Solo se non affrontiamo tutto questo all’interno di una logica della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà possiamo evitare che il mondo vada in rovina.
Emanuele Ciabattini, Polonia: il tragico 1944 di una Resistenza “diversa” – Il 1 agosto del 2004 si è celebrato a Varsavia e in tutta la Polonia il sessantesimo anniversario dell’insurrezione della città contro i nazisti finita tragicamente per il mancato intervento sovietico le cui responsabilità non sono state ancora riconosciute dai russi.
Franco di Giorgi, A scuola da Liana Millu – Una classe si reca a Genova per incontrare e ascoltare la voce di una testimone della Sho’ah.
Liana Millu, Una testimone della Sho’ah contro l’indifferenza, la violenza e il disprezzo – Intervista a cura di David Dambitsch. Una testimone della Sho’ah ci parla della sua esperienza non tanto nell’ottica di ricostruire gli avvenimenti storici quanto piuttosto di indicare cosa di essi è rimasto e ciò contro cui noi oggi dobbiamo ancora lottare. I giovani di oggi crescono ancora in un clima di indifferenza, violenza e disprezzo. Lo stesso vissuto da Liana Millu che ci mette in guardia perché ce ne liberiamo.
Mary Malucchi, La mia guerra all’indifferenza – La mia guerra all’indifferenza è l’autobiografia, intensa e graffiante, di un giovane funzionario dell’ONU, ucciso a Baghdad. Un viaggio nella realtà di tante guerre dolorose. E’ la critica aspra e diretta alle ONG e all’ONU, per non continuare a fingere di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Franco Di Giorgi, Gabriele Mandei e la bellezza del dio sufico – Un’analisi del sufismo, via mistica dell’islam, attraverso l’opera di Gabriele Mandei che mette in risalto come senza l’equilibrio il ritmo e la simmetria (ovvero senza bellezza) non ci potrebbe essere universo con tutte le sue leggi che lo regolano. Inoltre mentre l’islam o almeno il sufismo, accoglie la molteplicità eterogenea delle teofanie e esalta il rapporto Io-Tu, come ricchezza religiosa, al contrario il cristianesimo, in quanto otodossia, ha sempre riservato un atteggiamento diffidente, refrattario e discriminatorio verso ogni differenza.
Giovanni Allegretti, Giovanni Sammicheli, La IX Biennale d’Architettura di Venezia: quando la speculazione architettonica si parla addosso – La IX Biennale d’Architettura di Venezia, a causa della nuova legge che ne ha modificato lo status, è stata più un “campionato espositivo” che un luogo per dar spazio alla controinformazione e ad un approccio critico all’architettura moderna, vitali per non ripetere errori come quello di Barcellona.