N. 439-438
Patologie del nostro tempo
Simone Siliani, Democrazia nel mondo: è (solo) una questione di elezioni? -L’ottimismo relativo alla possibilità che in molte parti del mondo si possa finalmente liberamente votare non deve farci dimenticare come la democrazia non possa realizzarsi semplicemente introducendo delle elezioni ma solo attraverso la creazione di un vero processo “democratico”.
Stefano Beccastrini, Eugenio Garin, maestro di vita – Eugenio Garin è stato non solo un grande pensatore contemporaneo ma anche un “maestro di vita” con la sua capacità di comunicare e venire incontro alle esigenze delle nuove generazioni.
Sezione monografica su le Patologie del nostro tempo a cura di Severino Saccardi –
Severino Saccardi, Vedi alla voce raptus – Le cronache sono piene di episodi feroci ed apparentemente inspiegabili.La definizione che viene spesso usata in proposito è quella di raptus. Ma esiste davvero il raptus? Oppure, la patologia, anche la più sconvolgente, non è che la faccia in ombra della “normalità” quotidiana? E’ un grande tema, quello delle patologie che è sempre stato presente, anche in contesti storici e sociali diversi da quello attuale. Oggi ancor più, in un tempo in cui i fenomeni patologici appaiono in maniera inedita ed estesa, la questione di fondo da affrontare è quella di un approccio nuovo al rapporto fra identità, individuali e collettive, ed alla dimensione del conflitto.
Fabio Dei, Sillabario in nero – Attraverso la lettura di una serie di “voci”, che includono il riferimento ad avvenimenti e contesti molto diversi, come i “piccoli” crimini in contesti domestici e i grandi crimini della storia, si può rintracciare un nesso tra questi fenomeni che rimanda ad una più generale violenza della nostra società contemporanea.
Ivano Spano, La sparizione del mondo – Per sfuggire ad una situazione sempre più drammatica stiamo rendendo irreale il mondo: per sfuggire all’ultimatum di un mondo reale, che ci spaventa, lo stiamo rendendo virtuale. Allora all’individuo che si è perduto è necessario opporre la ricostruzione sociale dei significati, la possibilità per tutti di essere attori sociali.
Pierangelo Pedani, Bambini che debbono guardarsi dai propri genitori – Nelle famiglie attuali sempre più emergono forme di instabilità, di mancanza di norme certe e di richieste eccessive di affettività; in questa realtà non più dinamica, priva di problemi, priva di riferimenti, di limiti, di differenze, i bambini hanno difficoltà a realizzarsi come soggetti.
Giampaolo Di Piazza, Il tarlo inconfessabile dell’invidia – Molte violenze nella vita quotidiana nascono da sentimenti che rimangono in ombra soprattutto per l’ambiguità di tante sensazioni, un esempio è l’invidia, quell’atteggiamento inconfessabile di risentimento nei confronti della felicità altrui.
Gregorio Loverso, Il narcisismo, dai grandi racconti della modernità al disincanto postmoderno – Nei passaggi storici significativi e nei grandi cambiamenti sociali, il narcisismo può decostruire la sua organizzazione precedente per ricostruirla successivamente in forme nuove, più aderenti alle tendenze che maggiormente vengono investite di significato e di senso in ambito sociale e culturale.
Sandro Checcucci, La società patogena – L’uomo occidentale del terzo millennio è sostanzialmente insoddisfatto della propria condizione economica, non ha sicurezze per il proprio futuro, trova nella sua rete di rapporti gomito a gomito più problemi che aiuto, è impaurito da tante minacce che incombono su di lui. Non c’è da meravigliarsi quindi se tante persone vivono un malessere diffuso e sottile, e se i disturbi dell’umore, primo fra tutti la depressione, si stanno diffondendo sempre più. Tra le patologie sociali le più diffuse sono l’acquisto compulsivo e il mobbing.
Alba Russo, C’era una volta il Totocalcio – Il gioco d’azzardo patologico è ormai da tempo riconosciuto dalla psichiatria contemporanea come una vera e propria patologia ma l’intervento statale nei suoi confronti è caratterizzato da un’ambiguità di fondo: da un lato gli organi di governo si dimostrano sensibili ad una politica contraria al gioco, soprattutto se illegale, ma dall’altro continuano a promuovere nuove forme d’azzardo, sostenute da massicce campagne pubblicitarie.
Giuseppe Corlito, Star male in una società in cui non manca niente – Oggi sono prevalenti le patologie dell’inclusione, più direttamente legate alle logiche del consumo, quelle che ci hanno trasformato tutti da cittadini o lavoratori in clienti. La ridotta capacità dei nostri giovani a far fronte alle frustrazioni in una società in cui non manca niente, compreso il superfluo, sembra essere uno dei meccanismi che portano alla formazione di personalità fragili. Infatti a causa della nuova società post-moderna e globalizzata è aumentata l’alienazione sociale.
Allaman Allamani, Nuove malattie e nuove attenzioni – La dipendenza da sostanze è una malattia che ben rappresenta la condizione della nostra società; ne sottolinea tanto le aspirazioni quanto i limiti, fino all’estremo aspetto patologico. Per affrontare la dipendenza dall’alcol è stata fondata l’associazione degli Alcolisti Anonimi che costituisce un complesso programma spirituale, fondato sull’accoglienza, il rispetto, la condivisione e l’autonomia.
Attilio Monasta, Tragedie della società e giochi di potere – La società odierna è sempre più complessa: i nuovi media non riescono a veicolare informazioni complete ed esaurienti e viene sottovalutato l’aiuto che le scienze sociali potrebbero dare alla soluzione delle nuove patologie. Inoltre bisogna stare attenti a chi è interessato ad attirare l’attenzione sulle tragedie della società per nascondere i suoi giochi di potere.
Lucetta Scaraffia, Fallimento di un’utopia – L’utopia della felicità ottenibile attraverso la “realizzazione” individuale dell’età contemporanea si è rivelata un fallimento, per le difficoltà di realizzare il proprio progetto di vita, e questa sensazione è per molti insostenibile.
Giancarlo Francini, La cura e il malinteso: sofferenza e diversità culturale – La “terapia” e la “cura” sono veicolate da sistemi di comunicazione condivisi e culturalmente caratterizzati, non è possibile quindi prendersi cura, senza stare in relazione, senza “esserci”. Ma il sé nell’incontro tra le culture diverse trova inganni e grandi sfide proprio perché non è possibile evitare il malinteso: il migrante è fuori dal proprio paese, dalla propria lingua, e dalla propria famiglia, cioè dal proprio “involucro” e per lui è difficile passare dal vecchio involucro al nuovo involucro. In queste situazioni il terapeuta deve inventare un nuovo saper-fare, obbligato dalla sfida che i nuovi arrivati incarnano, latori di altre espressioni del dolore, di altre concezioni dell’uomo e del mondo.
Francesco Bezzi, “Valori” attuali e fuga dalla realtà – Tutta una serie di comportamenti sociali, considerati normali, favoriscono la devianza perché è proprio la rete di rapporti basata sui valori attuali del consumismo, del denaro, del facile carrierismo e dell’individualismo che favorisce le varie patologie nuove o antiche come fuga dalla realtà.
Franco Campoli, Anime e corpi in cerca d’autore – Alcune forme artistiche contemporanee ci presentano con umorismo di pirandelliana memoria i problemi di armonia tra anima e corpo del nostro tempo.
Ines Testoni, Riccardo Tranquilli, L’occultamento della morte diminuisce la paura? – L’educazione alla morte è un territorio oltremodo importante e insieme smisuratamente difficile da gestire, ma non impossibile. La Death Education, a partire dalla scuola, se adeguatamente strutturata, può probabilmente risolvere e ridurre le difficoltà dell’adulto nella gestione del tema sulla morte, offrendogli l’opportunità di attingere a risorse qualificate. Si può dunque educare al morire soprattutto se si parte da un punto di vista assolutamente non nichilista: “se vuoi poter sopportare la vita, disponiti alla morte”.
Roberto Mosi, Dino Campana, “un viaggio chiamato pazzia” – La vicenda emblematica di Dino Campana, genio incompreso affetto da presunta pazzia.
Teresa Vieri, Il vizio della normalità – Un’analisi delle canzoni di Fabrizio De André evidenzia che, secondo il grande cantautore, la vera patologia non è quella di coloro che vivono ai margini, in una realtà precaria e talvolta infelice, ma che, pur sbagliando, cercano di mettere “l’amore sopra ogni cosa”; è, invece, quella della norma che diviene scudo e guscio vuoto, coperta per dinamiche povere, e spesso più crudeli di quelle che vorrebbe punire.
Caterina Cingolani, Scatti di violenza – Foto di guerra nella cultura contemporanea Le foto della guerra vengono realizzate con intenzioni ideologiche per trasmettere sensazioni precostituite e raramente riproducono la realtà.
Il Club degli alcolisti in trattamento (a cura di Anna Vieri)
Paolo E. Dimauro, I Club degli alcolisti in trattamento: la formazione e l’aggiornamento – Nascita, evoluzione ed importanza dei Club per la soluzione dei problemi alcoolcorrelati. La struttura di questi Club consente il facile inserimento di nuove famiglie e la loro integrazione all’interno di programmi specifici tenuti da personale qualificato.
Vladimir Hudolin, Duemilaquattrocento Club, venticinquemila famiglie: la rete territoriale dei club. La nascita dei Club degli alcolisti in trattamento e il nuovo approccio nella cura dei problemi alcolcorrelati.
Anna Vieri, Alcol, pace e giustizia sociale – Il prof. Hudolin ci ha lasciato un messaggio che non è limitato solo alla cosiddetta cura dell’alcolismo ma è una vera e propria filosofia di vita in cui si avverte anche l’influenza di Padre Balducci.
Maresco Ballini, Una forma di spiritualità – L’importanza della spiritualità nella cura dell’alcoolismo tramite le esperienze del prof. Hudolin, di don Milani e di Padre Balducci.
Michele Sforzina, Una proposta di pace – L’importanza di costruire una cultura della pace e l’influenza che S. Francesco d’Assisi ha avuto sul prof.
Hudolin Allaman Allamani, Anche il vino è una droga? – La prevenzione e la promozione della salute, perché risultino significative, debbano essere cimentate a livello comunitario, con la partecipazione attiva della popolazione locale e i danni provocati dall’alcol nei paesi del sud Europa come l’Italia non sono ben considerati e studiati a causa di una cultura che ha sempre considerato il vino una bevanda d’uso consolidata attraverso i secoli; invece non si può dimenticare che l’alcol può prendere caratteristiche di droga – ossia indurre dipendenza o creare compulsione verso il suo uso.
Stefano Beccastrini, Dai “ragazzi selvaggi” ai “piccoli uomini”: educazione e comunicazione in Francois Truffaut – La poetica ed il modo di realizzare i propri film del premio Oscar Francois Truffaut, analizzati soprattutto in base alle sue esperienze infantili ed al tema del “ragazzo selvaggio” che attraversa tutte le sue opere.
Bianca Maria Bassetti, Il “filo” che ci unisce – Il punto sull’uso di Internet da parte del mondo cattolico attraverso una ricerca effettuata per conto dell’Istituto Sturzo di Roma e recentemente presentata a S. Miniato durante la “3 Giorni di Toniolo”.
Gabriele Parenti, I mulini di Che Guevara – Attraverso alcuni libri si può riscoprire la personalità complessa di Ernesto Guevara e comprendere, secondo varie chiavi di letture, il senso più autentico del mito del “Che” che ancora parla alle giovani generazioni.