N. 436-435
15 anni dopo il muro
Giuseppe Vettori, Dalla caduta del Muro alla Costituzione europea – Aspetti frenanti e spinte positive nella nuova Carta costituzionale europea.
Carlo Maria Martini, La Bibbia, libro dell’Europa del domani – L’Europa per essere davvero pronta ad affrontare le sfide del nuovo millennio non deve rimuovere, ma ritrovare le sue radici cristiane: queste vanno cercate nelle Sacre Scritture, che rappresentano il passato del nostro continente, ma che potranno rappresentare anche il suo futuro.
Paolo Cugini, Riflessioni bibliche all’alba del Millennio – Nel libro dell’Apocalisse ci sono vari spunti che possono aiutarci a meglio comprendere i tempi presenti ed a cercare una luce nel buio di questi e proprio attraverso il mistero dell’Agnello questo libro può donarci nuove speranze per il futuro.
Stefano Beccastrini, Gregory Bateson, un sapiente sistemico dal pensiero nomade – Gregory Bateson è stato uno studioso eclettico ed attivo in molte delle scienze sociali e non, ma oggi viene ricordato soprattutto per la sua teoria dell’ecologia e dei sistemi. Una rivisitazione di alcuni concetti chiave del suo pensiero, ancora spesso sottovalutato in ambito scolastico.
Simone Siliani, Per una “rivoluzione” della politica – Dopo i risultati delle elezioni italiane del 12-13 giugno, con la crisi a destra del Berlusconismo e a sinistra del “riformismo” debole, si deve ritornare a riflettere sulla riforma della politica e l’importanza di una democrazia critica che sappia coniugare spinte dal basso con mediazione tra interessi.
Andrea Giuntini, Un “Keynesiano a Palazzo Vecchio – La Pira, in un modo molto personale e ispirato, fece propria la lezione del keynesismo che lo portò da un’idea di assistenza ad una di piena occupazione, dando forma più precisa alla propria visione economica.
15 anni dopo il Muro Sezione monotematica a cura di Severino Saccardi
I. Tra storia e futuro
Severino Saccardi, Di Ottantanove ce ne sono due – In un tempo povero di memoria è importante ricordare il significato dell’Ottantanove. Anzi, dei due Ottantanove: quello dell’esplosione democratica dell’Europa centro-orientale e quello della repressione cruenta in Piazza Tien-An-Men. Sarebbe ingiusto, pur con le contraddizioni che ne sono talora seguite, svalutare il peso, simbolico e storico, del crollo del Muro. Un evento che postulava implicitamente un rinnovamento profondo, a livello culturale e politico, a cui va ora messo mano nell’inedita realtà del “mondo globale”.
Marcello Flores, La difficoltà di capire il mondo nuovo – La caduta del muro e la fine della guerra fredda hanno portato a un doveroso ribilanciamento delle forze internazionali non ancora concluso, ecco perché dobbiamo cercare di non ricascare nella vecchia “logica del nemico”, ma impegnarci per costruire una nuova identità culturale in armonia coi nostri tempi.
Claudia Mancina, Ma la sinistra non vota per Geremek – La sinistra europea, non solo quella di radice comunista, ma anche quella socialdemocratica, tarda ancora a realizzare che l’Ottantanove ha prodotto, a livello globale, un “mondo nuovo” e finisce per ricalcare vecchi schemi. Gli Stati Uniti, invece, dopo il trauma dell’11 settembre, sia pure all’insegna dell’unipolarismo neoconservatore, vanno elaborando una loro strategia rispetto alla quale l’Europa finisce per restare, in modo differenziato, subalterna.
Francesco Leoncini, “We expected better” – I milioni di persone che scesero nelle vie e nelle piazze in quell’ormai lontano tardo autunno 1989 non sognavano certo il ritorno ad una condizione di subalternità e di miseria come invece sembra stia accadendo.
Melita Richter, La sala d’aspetto dell’Europa – Illusioni e disillusioni ad Est ed Ovest, reciproche paure, ricerca di identità nell’Europa che si unisce.
Romano Luperini, Ma poi non venne l’“età dell’oro” – Berlinguer aveva espresso tutti i suoi dubbi sul sistema sovietico, già inquadrato dai movimenti degli anni Sessanta-Settanta come una realtà dispotica all’interno e aggressiva all’esterno. Ma, poi, la caduta del muro di Berlino si è rivelata una grande illusione. Lo scatenamento delle logiche “globaliste” e dell’imperialismo americano, privo ormai di reali antagonisti, sono all’origine della crisi che oggi andiamo vivendo. Una crisi che, dopo anni di deserto culturale, postula (come invocano i movimenti “noglobal”) un nuovo senso di responsabilità e la nascita di un’etica planetaria.
Marco Revelli, La rivincita dell’uomo delle tribù – L’Ottantanove novecentesco (con la sua rivoluzione non violenta,“fatta con piedi”) fu una grande occasione. Ma un’occasione mancata. Invece di andare verso la terra patria, auspicata da Edgar Morin, o verso l’ideale balducciano dell’uomo planetario, si è lasciato che i “grandi Leviatani” riprendessero il sopravvento. Già la prima Guerra del Golfo (come lo stesso Balducci aveva denunciato) era stato un drammatico annuncio di come i Signori della Terra avrebbero teso sempre più a definirsi come Signori della Guerra.
II. Interviste
Predrag Matvejević, Democrazia o “Democratura”? – Intervista a cura di Severino Saccardi. Predrag Matvejevic ricorda le difficoltà delle differenziate “transizioni” nel “mondo ex” di quella che veniva definita come “l’altra Europa” e ribadisce il valore della grande eredità del cosmopolitismo europeo per far affermare una “buona globalizzazione”.
Adriano Sofri, Ma quante erano le divisioni del Papa? – Intervista ad Adriano Sofri, a cura di Severino Saccardi. In questa sua intervista, Adriano Sofri afferma che il muro di Berlino sarebbe cominciato a crollare ben prima del fatidico ’89: per le crepe aperte dalle lotte dei dissidenti degli operai dell’Est, ma soprattutto per effetto della straordinaria partecipazione alla prima visita del Papa in Polonia. Il dopo-muro, tuttavia, non ha portato una lineare “primavera dei popoli, ma anche il trionfo di un materialismo volgare e le tragedie delle guerre “etniche”. Su questi temi drammatici Sofri ricorda di aver appassionatamente discusso con il compianto presidente dell’ARCI, Tom Benetollo.
III. Il mondo ex
Maurizio Bassetti, Contraddizioni di un paese ex-sovietico – L’esempio della Lituania un paese pieno di contraddizioni che dopo 15 anni dalla caduta del muro di Berlino entra a far parte dell’Unione Europea.
Roberto Mosi, Gli angeli sulla Cupola – Dalla città divisa alla città luogo d’incontro fra Est ed Ovest: un percorso storico-politico attraverso la città simbolo della fine del “comunismo reale” e della nuova Europa.
Edi Rabini, L’Europa vista dalla periferia – A partire dalla ricostruzione di un percorso pluridecennale, può essere assunto un altro punto di vista per guardare la storia d’Europa: dal suo margine orientale. E’ in quest’ottica che il premio della Fondazione “Alex Langer” è stato attribuito, quest’anno alla polacca Fondazione “Pogranicze”, che privilegia le “questioni di confine” e favorisce il dialogo fra le diverse tradizioni religiose e le differenti identità etnico-culturali della zona di appartenenza.
Krzysztof Czyżewski, Da Solidarnosc alle terre di confine – Intervista a cura Edi Rabini. Esperienze come quella di Solidarnosc hanno contribuito, fra mille rischi, a demolire l’oppressione totalitaria. Ma quello che manca al mondo di oggi è la solidarietà. C’è un pluralismo senza solidarietà senza ponti verso l’altro.
Mauro Martini, L’Europa e l’incertezza dei confini orientali – Unione Europea e USA si sono posti in modo diverso rispetto alla fine del bipolarismo: molto più realisti e prammatici gli americani, più prudenti e incerti gli europei. Ma all’orizzonte si pongono nuove questioni riguardo ad ulteriori allargamenti dell’EU ad est nei territori della ex-URSS.
Federigo Argentieri, Note di viaggio nella “nuova Europa” – Esperienze di viaggio in alcuni Paesi dell’ex blocco sovietico sembrano attestare che la distinzione fra “vecchia” e “nuova” Europa, recentemente evocata nella polemica fra Rumsfeld e Chirac, non sarebbe del tutto campata in aria. La “grande Europa”, attualmente in costruzione, dovrà tener conto della particolare sensibilità e memoria storica della sua area centro-orientale.
IV. Angolature
Filippo Gentiloni, Nuovi muri e nuovo ateismo – La Chiesa ha guardato con grandi aspettative al crollo del muro e del mondo comunista ma è ora assai perplessa do fronte a conseguenze inaspettate.
Lucio Niccolai, Non me lo sarei mai creso – La visione dell’URSS nell’immaginario dei minatori e dei comunisti dell’Amiata ha dovuto fare i conti con il crollo del “Comunismo reale” ma oggi rimane vivo quel desiderio di un mondo diverso, più giusto, che sempre ha animato quelle zone, “terre di grandi utopie”.
V. Memoria
Wlodek Goldkorn, “Da cittadini liberi, in un paese libero” – Un ricordo di Jacek Kuron e del suo profilo umano e culturale, caratterizzato da generosità umana e da un acuto senso politico che ha permesso l’ideazione delle forme di auto-organizzazione della società polacca (dal KOR a Solidarnosc), che hanno posto le premesse degli scardinanti eventi del 1989.
Alex Langer, Non perdere un’occasione storica irripetibile – La riproposizione di questo testo dello scomparso europarlamentare ed esponente del pensiero ecologista Alex Langer, scritto poco dopo i clamorosi fatti dell’89, ricorda quanto grande fosse, in quei giorni, l’istanza di una nuova ed ampia cooperazione paneuropea capace di coinvolgere, in maniera degna e paritaria, i popoli dell’ex-blocco dell’Est.
Severino Saccardi, Un “sognatore di futuro” – Nella nuova Europa, che deve ripensare il suo ruolo e dar spazio alla parte migliore della sua società civile, è importante far tesoro di lezioni ed esempi di passione civile e di disponibilità al dialogo come quello di Tom Benetollo.
Marta Benetollo, Paolo Scaldaletti, Contadino veneto e cittadino del mondo – Alcune parole-chiave per ricostruire il percorso umano, culturale e politico di Tom Benetollo e per ricordare il contributo decisivo del suo “realismo dolce”.
Vincenzo Striano, In territori nuovi – La particolare sensibilità di Tom Benetollo, spirito libero, sempre attento all’autonomia del sociale e consapevole della centralità dei temi internazionali, della cultura della pace e della nonviolenza, ha favorito non solo nell’ARCI, ma anche in altri movimenti, la nascita di una consapevolezza nuova ed ha posto al centro la questione del rapporto fra nuova soggettività e dimensione istituzionale della politica.
Federigo Argentieri, Quel che ci affratellava di più – L’impegno di Benetollo si intreccia con quello del pacifismo prima contro gli euromissili poi contro le guerre degli anni Novanta sempre con la consapevolezza dei limiti del movimento e l’ansia di superarli Nuccio Iovene, “Grazie per l’ottima compagnia” Tom Benetollo aveva dedicato tutte le sue energie all’ARCI, curando legami sociali e impegno politico con forza e creatività Luca, Laura, Giustina, Chiara e Carlo Benetollo, Caro zio Tom Tom Benetollo ha dimostrato, come un “lampadiere”, la capacità di aspettare i tempi degli altri, di saper dialogare, di essere speranza tra i disperati, debole con i deboli, ultimo con gli ultimi; ha fatto vedere come si può essere liberi di essere scomodi, di essere controcorrente, liberi di dimenticare se stessi per gli altri, di lasciare tutto per ciò che più conta.
Mario Caciagli, Poesia e prosa tra politica e vita – Mentre gli scritti politici e storici di Silvano Tanzini sono pieni di rigore e impegno, la sua attività letteraria sembra intrisa di ideologia e passione politica.
Romano Luperini, Memorie di un sopravvissuto – I racconti di Silvano Tanzini sembrano provenire da un sopravvissuto di un altro mondo quello rurale arcaico degli anni cinquanta, ma hanno una carica espressiva e insieme realistica che ci parlano ancora oggi di valori e esperienze non tramontate e utili per il presente.
Marco Spinelli, Parte integrante di una esperienza storica – Gli scritti di Tanzini ci invitano a lottare per quei grandi ideali di solidarietà e giustizia che derivano dalla tradizione operaia e politica di Colle Val d’Elsa.
Francesco Bezzi, La spiritualità laica di Silvano Tanzini – Il libro di Tanzini ci ricorda che esiste un mondo fatto di persone autentiche e di valori forti.
Roberto Taioli, La benedizione del semplice – Franco Toscani attraverso le sue poesie ci insegna ad uscire dall’anestesia del mondo di oggi ed a ri-imparare a percepire la natura.
Lucio Niccolai, Un bel rock nella terra di nessuno – L’ultimo cd Terra di nessuno del gruppo fiorentino Del Sangre costituisce una buona prova di rock italiano
Andrea Bigalli, Il mito del Che tra cinema e letteratura – La figura di Ernesto Guevara costituisce uno dei miti più solidi degli ultimi anni anche per le nuove generazioni. Nel film di Walter Salles I diari della motocicletta si rinnova con poesia e con cuore un momento particolare della sua vita: quello della scoperta di sé e dei propri ideali, il momento tipico delle scelte di vita.